Di seguito riportiamo un estratto dell’intervento di Pierpaolo Abet Vice Presidente di Inres lab per la presentazione del libro “Talenti d’Italia” di Marteen Van Aalderen che si è tenuta il 30 settembre a Boville Ernica (Fr).
“Ringrazio Maarten e Dario per l’invito a partecipare a questa presentazione di “Talenti d’italia” e anche gli autorevoli ospiti che hanno fin qui contribuito con i loro interventi, a sollecitare interessanti spunti di riflessione intorno al tema oggetto del libro. Un tema davvero interessante quello della realtà, in gran parte sconosciuta, dei talenti Italiani e sicuramente di sentita attualità che meriterebbe molto più tempo a disposizione per contribuire ad analizzarlo e a considerarlo dalle diverse angolazioni che l’argomento stesso richiama. Rispettando rigorosamente i tempi concessi dal moderatore, cercherò in modo estremamente sintetico, di condividere con voi presenti alcuni liberi pensieri maturati, capitolo dopo capitolo o forse sarebbe meglio dire intervista dopo intervista, con la lettura del libro di Maarten.
Un libro “scritto consapevolmente per gli italiani” come più volte lo ha definito lo stesso autore; suona davvero come un richiamo, non solo appassionato ma anche competente vista la sensibilità e conoscenza che l’autore ha dimostrato di avere della nostra terra con un percorso iniziato già con la precedente sua opera “Il bello dell’Italia”. Un richiamo dunque affinché gli italiani si rendano effettivamente conto dell’enorme patrimonio di cui sono detentori e da cui possono trarre le energie per affrontare le difficili sfide di questi tempi ultimi.
Significativo e non trascurabile è il fatto che, anche con una certa continuità, queste sollecitazioni ci arrivino da personalità provenienti da altri paesi di ogni parte del mondo a voler testimoniare come sia ancora forte a livello internazionale il fascino esercitato dall’Italia e come siano ancora considerate le potenzialità italiane rispetto a quanto effettivamente oggi si riesca ad esprimere, quasi a voler palesare una viva necessità che al mondo, nuovamente, sia presente un’Italia all’altezza della sua tradizione.
Un enorme patrimonio certo, ma non solo paesaggistico, archeologico, storico o culturale, ma anche e soprattutto umano. Nei racconti e nei ritratti tracciati dall’autore, con abilità quasi pittorica, emerge, attraverso alcuni dei personaggi presentati, quel barlume, come piccole scintille di una luce più ampia, appunto di quel patrimonio.
“Il sacrificio nell’amare ciò che si fa”, “La sfida intesa non verso gli altri ma verso sé stessi”, “La musica che educa al silenzio, quale nutrimento dello spirito del corpo e dell’anima”. Ecco alcune affermazioni di questi giovani, quasi tutti tra i 20 e i 30 anni, su cui si dovrebbe veramente riflettere.
Il termine usato in modo estremamente appropriato nel titolo, “Talenti”, richiama dunque ad un valore innato e non per tutti, una peculiarità che però non può prescindere da una giusta ed orientata formazione ed educazione che ne valorizzi quel talento. E qui si potrebbe aprire un ampio discorso sulla responsabilità delle istituzioni affinché non vengano mai meno quelle strutture e quelle condizioni sociali necessarie a garantire ad un giovane talento la possibilità di crescere ed esprimersi senza essere soggetto a scelte obbligate o di compromesso, troppo spesso di natura economica, che inevitabilmente ne condizionano la reale vocazione. Anche perché non possiamo non affermare che un talento realizza pienamente sé stesso solo quando l’autenticità della sua opera supera il ristretto limite dell’individualismo per partecipare della dimensione più ampia del patrimonio Patrio.
E mi avvio alla conclusione, aggiungendo che le testimonianze, raccolte dall’autore in questo viaggio, da sud al nord, attraverso le varie regioni italiane, dimostrano come anche oggi, in questi tempi così complicati e incerti, ci siano giovani che vogliono affermare la propria volontà di non arrendersi alle difficoltà, andando avanti nei loro progetti con determinazione e sacrificio per cercare di esprimersi secondo il proprio talento, e di farlo nella propria terra, l’Italia, la Patria che da sempre ha dato esempi di talenti luminosi, in ogni campo, quali libere espressioni del Genio Italico esempi come Mascagni, Collodi, Leonardo Da Vinci, Dante Alighieri, Orazio, Virgilio, Ottaviano Augusto e potrei continuare, ma è giusto per ricordarne alcuni e soprattutto per ricordare sempre chi siamo e da dove veniamo.”
Fonte: Dott. Pierpaolo Abet – Vice Presidente InResLab